Il reddito di cittadinanza è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto della povertà, della disuguaglianza e dell’esclusione sociale. Parliamo, dunque, di un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari, associato, come si legge sul sito del governo, a un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale.
Sin dalla sua introduzione, però, tale strumento è stato oggetto di accesissime polemiche, specie in ambito politico, che ha visto gli esponenti dei principali politici fortemente divisi sulle sue sorti.
C’è, infatti, chi vorrebbe sospenderlo, chi conservarlo per tutelare la democrazia e risollevare leggermente lo stato di povertà in cui versano molti italiani e chi abolirlo.
Insomma, proprio ora che le elezioni politiche si avvicinano, su reddito di cittadinanza è guerra aperta, non essendosi ancora trovato un accordo in grado di porre fine alla diatribe tra favorevoli e contrari.
A complicare il quadro, già di per sé complesso, c’è la crisi umanitaria in corso e il conseguente rincaro di beni di prima necessità, oltre alle esorbitanti bollette di luce e gas. Ma vediamo, più in dettaglio, cosa sta accadendo.