Sin da quando la misura è stata introdotta, le polemiche non si sono mai placate. Parlo ovviamente del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del M5S. Sin dalle ore successive alla vittoria della Meloni alle elezioni politiche del 25 settembre, Conte è stato chiarissimo.
Un Conte perentorio, quello che ha tuonato di non toccare la misura e che ieri ha detto: “C’è tanto furore ideologico nell’attacco al reddito di cittadinanza. In tutti paesi è un sistema di protezione sociale”.
Un Conte pronto a ribadire: “Secondo l’Istat ha salvato un milione di persone dalla povertà. Dire che chi percepisce il Reddito ed è idoneo al lavoro deve lavorare è una banalità, una tautologia, acqua fresca. Un atteggiamento serio da parte di chi governa è dire lavoriamo tutti insieme per migliorare le politiche del Reddito”.
Ma cosa deciderà di fare Giorgia Meloni? Il tema, seppur scontante, relativo al reddito di cittadinanza, nato come misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, con l’obbligo di seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale, è quanto mai urgente da affrontare.
Le famiglie che ne hanno realmente bisogno e non i furbetti del reddito, non sanno cosa potrebbe loro accadere. Vediamo, dunque, cosa la Meloni sta pensando di fare.