Una breve telefonata, agghiacciante nella sua semplicità, ha cambiato per sempre la vita di una madre residente ad Avezzano. Dall’altro capo del telefono, un conoscente del figlio ha pronunciato parole impossibili da dimenticare: «Tuo figlio è deceduto». Così la donna ha appreso della tremenda fine di Mohamed Kaoukeb Raji, 21 anni, originario del Marocco.
È stata lei a dare subito l’allarme, mettendo in moto una serie di accertamenti culminati nel ritrovamento del corpo. Il corpo senza vita del giovane è stato scoperto nel pomeriggio di sabato in un campo di mais tra Villanova del Sillaro e Pieve Fissiraga, nel Lodigiano. A notarlo è stato un agente della polizia locale, attirato da alcuni familiari giunti sul posto per cercare il ragazzo.
Il corpo era parzialmente nascosto tra la vegetazione, in una zona isolata spesso segnalata per attività legate allo spaccio di stupefacenti. Secondo il primo esame del medico legale, Mohamed sarebbe stato freddato da un colpo di fucile al torace. Il giovane, senza fissa dimora, aveva vissuto tra Novara e Varese ed era noto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla tossicodipendenza.
Non è escluso che fosse giunto in Lombardia pochi giorni prima della scomparsa, e le motivazioni del suo viaggio restano ancora da chiarire. A far partire le ricerche è stato lo zio, partito da Avezzano insieme al cugino dopo la tremenda chiamata della madre. «Ci ha chiesto di cercarlo, era certa che gli fosse accaduto qualcosa», ha raccontato in una videointervista. La denuncia formale di scomparsa è stata presentata poche ore prima del ritrovamento.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Lodi e dal maggiore dei carabinieri Daniele Brasi, si concentrano su più ipotesi: da un possibile regolamento di conti a motivazioni personali. Al centro dell’inchiesta, l’identità dell’uomo che ha dato la notizia alla madre: la sua versione potrebbe essere cruciale. Intanto, tre persone sono state sentite come persone informate sui fatti.