Ragazza uccide il fidanzato conficcandogli un coltello nel petto (2 / 2)

I fatti risalgono al maggio 2021 quando il 45enne Matthew Wormleighton, venne ritrovato cadavere nell’abitazione in cui conviveva con la sua compagna, a Chilthorne Domer, nel Somerset, in Inghilterra.  Sin dal giorno in cui è avvenuta la macabra scoperta, gli inquirenti sono andati a caccia dell’omicida.  Attualmente è in corso il procedimento giudiziario, ma la convinzione dei giudici è che, ad uccidere l’uomo, sia stata proprio la convivente, la 31enne Hayley Keating.

La vittima, nel confidarsi con i suoi amici, pochi giorni prima del suo trapasso, aveva loro ribadito che ormai la relazione con la compagna era in dirittura d’arrivo a causa delle tante incomprensioni e degli accesi litigi. Era giunto alla decisione di volersi liberare di quel rapporto opprimente, di lasciarla, in quanto si sentiva logorato dentro. Ma non ha avuto il tempo di dirle addio, in quanto, a detta dei giudici che si stanno occupando del caso, sarebbe stata la 31enne, al culmine dell’ennesima lite, a porre fine alla sua esistenza, conficcandogli la lama di un grosso coltello da cucina nel petto per circa 10 centimetri. E’ bastata una sola coltellata ad uccidere il povero Matthew.

Dall’esame autoptico effettuato sul corpo del 45enne, il medico legale non ha riscontrato segni di lesioni, se non un’unica coltellata al petto che ha posto fine all’esistenza dell’uomo. All’epoca dei fatti, fu la stessa Keating a chiamare, dopo l’omicidio, immediatamente i soccorsi, confessando agli agenti, sopraggiunti sulla scena del crimine per accertare la dinamica della tragedia, di aver accoltellato lei il fidanzato, ma non con l’intenzione di ucciderlo, bensì di avergli solo scagliato la lama contro, in uno scatto d’ira, senza poter pensare che il coltello gli si sarebbe conficcato mortalmente nel petto.

La 31enne ha sempre sostenuto di aver scagliato l’arma del delitto non nella direzione di Matthew, pur non sapendo come si sia ferito e non ricordando l’accaduto, poiché , quando si è verificato il dramma, era in preda alla rabbia e al nervosismo. Questo quello che ha sempre sostenuto l’avvocato difensore dell’imputata, motivando il gesto con l’ira che la donna nutriva verso il 45enne che voleva lasciarla.

La 31enne, peraltro madre di due figli, ha sostenuto dinnanzi alla corte che il suo fidanzato, in precedenza ma anche nella notte in cui è avvenuto il suo decesso, è sempre stato violento nei suoi confronti, tanto da aver avuto paura, anche se gli amici dell’uomo hanno sempre smentito. Al momento gli inquirenti dovranno verificare se avessero fatto uso di sostanze stupefacenti e alcol, al punto da non riuscire a mantenere l’autocontrollo. Ad oggi l’omicidio è un giallo.