Raffaele Morelli: «Le più infelici? Sono le donne dopo i.. (2 / 2)

Un’intervista a cuore aperto quella rilasciata da Raffaele Morelli ai microfoni del Corriere della Sera, dove ha affrontato alcuni dei temi più caldi della moderna psicologia. Dopo esperienze in diversi ospedali psichiatrici, oggi segue pochi pazienti al giorno e pratica la psicoterapia di gruppo e online. Secondo lui, il disturbo più diffuso è l’ansia, che considera un’energia vitale incompresa.

Non prescrive psicofarmaci da 40 anni e non chiede ai pazienti del loro passato, ma piuttosto di ricordare un momento felice dell’infanzia, ritenendo che la sofferenza derivi dalla separazione da quel bambino interiore. Critica la psicologia moderna e valorizza gli insegnamenti di saggi antichi, ritenendo che la scienza non possa curare i mali dello spirito.

Denuncia l’aumento degli attacchi di panico tra i giovani, dipendenti dai social e ossessionati dall’estetica. Ritiene che il desiderio di modificare il proprio aspetto sia pericoloso e che la bellezza possa diventare un veleno. Ma sono soprattutto le sue considerazioni sulle donne infelici ad aver attirato l’attenzione.

Sa chi è più infelice dopo i 40 anni? Le donne belle. Non ricevono più complimenti”, ha commentato il noto psichiatra. Se sin dalla giovinezza sono state abituate ad essere elogiate ed incensate dagli uomini, con le prime rughe e la perdita di quel fascino che le ha accompagnate per gran parte della vita, vengono improvvisamente travolte da una spirale di tristezza.

Ha parlato poi dell’amore, distinguendo tra la passione ardente e l’affetto duraturo. Sostiene che il rancore sia un veleno dell’anima e che la mente, come l’intestino, debba scartare i pensieri tossici. Denuncia l’uso eccessivo di psicofarmaci in Italia e attribuisce l’Alzheimer al sovraccarico di informazioni inutili. Riflette sul sesso, la castità e l’obesità, evidenziando il legame tra fame e insoddisfazione.