Le trattative verso la pace in Ucraina ormai, si fanno ovunque, da Washington a Mosca, passando per diverse capitali europee. In questo scenario, il presidente Trump vuole farsi mediatore globale, Zelensky vuole garantire la sicurezza del suo Paese, mentre Putin si è è detto pronto ad una bilaterale che potrebbe dare una svolta alla storia.
I leader europei stanno provando a trovare il loro posto in un negoziato, dunque si cerca la via diplomatica, mentre a Kharkiv e Zaporijjia la situazione è più nera della notte, come ben noto.
Tornando all’ incontro tra Trump e Zelensky, pare (sottolineiamo pare) che si sia raggiunti una specie di accordo che finora, anche sino a pochi mesi fa, sembrava impossibile. Mosca ha aperto alla possibilità di un bilaterale fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, che si terrà entro agosto ma non sappiamo ancora dove. Dopo questo, è in programma una trilaterale con Donald Trump. Proprio quest’ultimo ha confermato l’avvio dei preparativi. Così facendo ha confermato il suo ruolo centrale nell’attivazione della macchina, in un senso o in un’altro.
Macron ha chiesto a gran voce un incontro a quattro con l’Europa, mentre Zelensky ha fatto capire che al bilaterale con Putin sarà doveroso affrontare il problema dei territori. Trump ha introdotto, svariate volte, un argomento scottante, quello dei possibili scambi di terre, quindi la situazione è davvero rovente, con troppi argomenti cruciali che bollono in pentola.
Il leader ucraino ritiene, al contrario, vuole discutere direttamente la mappa con il Cremlino. Zelensky ha premuto a ricordare che, nei mille giorni di guerra, Mosca avrebbe ottenuto appena una minima frazione del territorio ucraino e che i dati in possesso degli americani non erano affidabili.