Pullman precipitato a Mestre, poco fa l’annuncio dell’assicurazione (2 / 2)

Un evento forte come quello verificatosi a Mestre martedì sera  mobilita tutti, non solo la procura ma anche, su un altro fronte che andremo ad analizzare, i  periti delle assicurazioni.  Come se già dover ricevere la notizia del decesso di un proprio caro non fosse abbastanza, le famiglia delle 21 persone che hanno perso la vita e dei 15 feriti  rischiano di non vedersi riconosciuto nemmeno 1 euro di risarcimento.

Le assicurazioni potrebbero far leva su una clausola, presente in tutte le polizze, proprio per non corrispondere ai familiari delle vittime alcun indennizzo. Come specificato da tgcom24, la clausola è quella del caso fortuito, mentre è il Corriere della Sera a specificare meglio come mai viene tirata in ballo questa clausola.

Se l’ipotesi del malore del conducente del pullman precipitato, ossia del 40enne Alberto Rizzotto, dovesse essere confermata, verrebbe confermato il caso fortuito, disciplinato dall’articolo 251 del nostro codice civile che recita così: “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”.

A questo punto, va ben chiarito cosa si intende per caso fortuito, che è un evento imprevedibile ed eccezionale che si inserisce d’improvviso nell’azione del soggetto. Alla luce di questa definizione, il malore dell’autista 40enne Alberto Rizzotto, potrebbe essere ricondotto al caso fortuito. Proprio per avere delle certezze riguardo la posizione del conducente e per definire in modo preciso legislativamente quanto accaduto, saranno fondamentali i risultati dell’autopsia eseguita sul conducente del pullman precipitato dal cavalcavia.

La posta in gioco, è altissima, trattandosi di un risarcimento da 50 milioni di euro per i familiari deceduti. Subito dopo  la vicenda, l’amministratore delegato de La Linea Spa, Massimo Fiorese, in un’intervista aveva dichiarato: “Abbiamo un massimale da 50 milioni di euro”. Se l’assicurazione coinvolta rifiutasse di risarcire i familiari di chi non ce l’ha fatta e di chi è stato gravemente coinvolto, potrebbe perdere esponenzialmente di credibilità. Capiamo bene, dunque, quanto la questione sia delicata.