Pullman precipitato a Mestre: la perizia sul cellulare dell’autista (2 / 2)

Alla guida del bus c’era il 40enne Alberto Rizzotto. Egli, come abbiamo già informato in altri articoli apparsi su questa testata, era un autista esperto che svolgeva questo lavoro da circa 7 anni. Tutti lo stimano e anche i colleghi confermano come ci tenesse davvero al suo lavoro.

Rizzotto aveva preso servizio sul bus circa 90 minuti prima, quindi da subito è stato escluso che la stanchezza abbia giocato un ruolo fondamentale nel sinistro. Più che altro l’ipotesi investigativa su cui si punta è un malore improvviso da parte dell’autista.

Il mezzo era anche nuovo, aveva un anno, e pare non avesse mai dato problemi. Adesso si stanno analizzando per bene le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona per cercare di capire effettivamente che cosa sia accaduto.

Prima dello schianto pare Rizzotto avesse pubblicato un post sui social nel quale scriveva “Shuttle to Venice”. Proprio grazie a questo post alcuni amici hanno capito che su quel bus caduto dal cavalcavia potesse esserci proprio lui e quindi hanno cominciato a scrivergli sincerandosi che stesse bene.

La risposta di Alberto però non arriverà mai. Sul caso indaga la Procura della Repubblica di Venezia, che sembra comunque avere le idee chiare su come procedere.

In queste ore i magistrati hanno disposto una perizia sul cellulare dell’autista. Si tratta di un passaggio fondamentale per escludere un’altra dinamica del sinistro. Nei prossimi giorni si conosceranno i risultati di questa perizia ma anche sicuramente altri dettagli sul sinistro costato la vita a queste 21 persone.