Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, continuano le indagini attorno al bus precipitato a Mestre. L’accaduto ha fatto molto parlare di sè in queste settimane, questo in quanto si è trattato di uno dei sinistri più gravi avvenuti nel nostro Paese.
Alcuni giorni dopo il sinistro in questione, un altro bus, sempre della stessa compagnia, ha invece centrato un pilastro di un edificio, sinistro avvenuto sempre a Mestre. Nel frattempo le indagini su quanto avvenuto il 3 ottobre scorso sono andate avanti.
Innanzitutto c’è da dire che le prime indagini svolte dagli esperti hanno escluso che il conducente del bus abbia avuto un malore, così come si pensava in primissima battuta. Inoltre dalla scatola nera sarebbe emerso un dettaglio di non poco conto.
Il prossimo 25 ottobre si svolgerà una perizia tecnica soprattutto per confermare quanto emergerebbe dalla scatola nera, visto che si sarebbe constatato come il bus prima di cadere nel vuoto procedesse ad una velocità di circa 3 chilometri orari. In pratica, come fanno notare tutti i giornali nazionale, il mezzo era quasi fermo.
Comunque dalla memoria informatica del mezzo si aspettano le risposte sul comportamento del mezzo prima di cadere di sotto. Nel frattempo sono finiti nel registro degli indagati già i primi nomi.
Si tratta di Massimo Fiorese, 63 anni, ad di La Linea; Roberto Di Bussolo, 51 anni, residente a Mestre, dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47 anni, residente a Martellago (Venezia) responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma del Comune. Le autorità vogliono capirci ancora tanto su quanto accaduto gli indagati ovviamente potranno difendersi dalle accuse mosse nei loro confronti nelle sedi opportune.