La ptosi palpebrale è un inestetismo funzionale ed estetico che consiste nell’abbassamento di una o di entrambe le palpebre. Questa può essere completa, quando l’occhio si chiude e incompleta quando l’apertura dell’occhio è solo ridotta. Si differenzia anche per la sua simmetrica e asimmetrica. Nota anche come palpebra cadente o blefaroptosi, è molto frequente può essere di diversi tipi in base alla causa che l’ha determinata.
Alcune persone sono più soggette all’indebolimento della palpebra rispetto ad altre. Sul fenomeno infatti incidono alcuni elementi.
I sintomi sono diversi e in molti casi debilitanti per il paziente che ha difficoltà a vedere. Per procedere con le cure e i trattamenti è necessaria una diagnosi corretta. In alcuni casi, è indispensabile ricorrere all’intervento chirurgico quando i rimedi meno invasivi non risultano adatti o efficaci.
Cause e classificazione della ptosi palpebrale
La ptosi palpebrale si divide in due categorie generali: ptosi congenita e ptosi acquisita.
La ptosi congenita viene diagnosticata alla nascita, subito dopo il parto. Si presenta con malformazioni alla palpebra superiore che può portare anche all’ambliopia (occhio pigro).
La ptosi acquisita si divide in sottogruppi ed è tipica dell’adulto. Quella miogenica è causata da un danno al muscolo che può dipendere da una miastenia, dalla distrofia muscolare o da un trauma diretto al muscolo della palpebra. La ptosi neurogena è un difetto del muscolo che porta la palpebra a sollevarsi; mentre la ptosi aponeurotica dipende dal danneggiamento del tendine del muscolo aponeurosi. Quest’ultima è la più frequente e solitamente si manifesta con l’avanzamento dell’età o come conseguenza di un intervento chirurgico all’occhio. Un’altra forma di palpebra cadente è la ptosi meccanica causata da una lesione della palpebra a seguito di un’infiammazione e di un intervento che la fa abbassare. La ptosi neurotossica è causata dalla circolazione di elementi tossici. Questa comporta disfagia, paralisi muscolare, il vedere doppio e insufficienza respiratoria.
Esiste poi la pseudoptosi che si verifica quando la palpebra si abbassa nonostante sia anatomicamente sana e perfettamente funzionante.
Anche l’assunzione di alcuni farmaci (morfina, ossicodone, idrocodone) può causare il fenomeno ed è presente nei soggetti che fanno uso di droghe.
Fattori di rischio
I fattori di rischio sono molteplici. Sul fenomeno della palpebra cadente influisce l’invecchiamento, la predisposizione genetica, traumi (alla nascita, alla testa o alle palpebre), patologie (diabete, sindrome di Horner, miastenia gravis).
Altri fattori di rischio sono riconducibili alle paralisi e lesioni. In particolar modo quelle del 3° nervo cranico (nervo oculomotore) o la paralisi di Bell (compressione e danneggiamento del nervo facciale).
Anche ictus, distrofia muscolare e forme tumorali o neoplastiche possono incidere sulla capacità e reazioni muscolari e nervose della palpebra.
Sintomi da ptosi palpebrale
Il primo segnale che rende riconoscibile la ptosi palpebrale è l’abbassamento di una od entrambe le palpebre. Questa condizione può essere permanente o progressiva nel tempo.
Quando la palpebra è molto bassa, la ptosi alla palpebra può coprire parzialmente o completamente la pupilla e l’iride limitando le capacità visive.
Quando si verifica so una sola palpebra, la differenza si può constatare in maniera evidente.
Nelle condizioni più gravi, questa può comportare difficoltà nel chiudere o aprire gli occhi, cedimento della pelle sopra o intorno alla palpebra e dolore e secchezza agli occhi. Può inoltre cambiare la fisionomia del viso di chi ne soffre.
I casi di blefaroptosi, sono spesso associati anche a strabismo, a disturbi che riguardano la posizione degli occhi e la loro capacità di movimento. Come conseguenza, i pazienti che ne sono affetti possono lamentare con il tempo emicranie e cefalee, debolezza visiva, problemi alla vista, torcicollo oculare, ritardo nello sviluppo, dolori cervicali.
Quando ricorrere all’intervento chirurgico
A seguito della diagnosi, il medico oculista valuterà il caso e la gravità della ptosi palpebrale. L’intervento è l’unico modo per eliminare sintomi e conseguenze della sua formazione ma non è sempre la soluzione.
Se i sintomi sono lievi, il medico potrebbe suggerire al paziente di trattare il problema eseguendo degli esercizi oculari mirati per la palpebra al fine di rafforzarne il muscolo.
Inoltre, il paziente potrebbe indossare degli speciali occhiali o lenti a contatto che sono in grado di mantenere sollevata e sostenere la palpebra.
Si ricorre all’intervento nei casi più gravi, ovvero quando la palpebra cadente è connessa con malattie sistemiche, neurologiche e muscolari. Esistono diverse tecniche chirurgiche utili per correggere il difetto della palpebra e la scelta dipende dal caso. L’obiettivo sarà quello di eliminare l’inestetismo rispettando e non cambiando l’espressione del volto del paziente.
L’intervento ha la funzione di riattaccare e rafforzare i muscoli elevatori della palpebra, al fine di sollevarla e permettere di vedere.