
Un professore 55enne di un liceo artistico di Torino avrebbe pronunciato frasi davvero pesanti nei confronti di una sua studentessa. Avrebbe detto: “Perché sei lesbica? Sei sprecata”, oppure “non ti piegare che mi istighi” e ancora “vogliamo arrivare insieme alla fine dell’anno? Se vogliamo farlo, vestiti in maniera adeguata”.
Ora il docente che, in appello è stato condannato a una pena di un anno di reclusione, con sospensione condizionale. Il professore aveva spiegato che quel suolinguaggio spintonon celavaattenzioni morbose, ma si esprimeva così per “educare” gli studentesse e far capire che a scuola era necessario un abbigliamento consono e rispettoso.
Il professore aveva dichiarato: “Sono un insegnante e il mio compito è quello di educare”, dopo esserefinito sotto accusa perviolenza sessuale e molestie.

Il professore, secondo la ragazza che lo ha accusato, quando era piegata con la testa sul banco, avrebbe infilato una matita e un fazzoletto tra le natiche, e le avrebbe detto: “Non ti piegare che mi istighi” Ad un’altra avrebbe sfiorato l’ombelico e a due studentesse avrebbe ricordato di “non fare atti osceni in pubblico”, sebbene gli avrebbe fatto “piacere guardare”.
In tutto, la denuncia è arrvata da otto studentesse tra i 17 e i 18 anni che hanno raccontato quello che l’uomo avrebbe loro fatto. Attualmente il docente viene difeso dagli avvocati Laura Piera Cavallo e Francesco Crimi. Sono stati proprio i legali, portavoce del docente, a dichiarare che lui, nel difendersi, ha parlato di un “metodo educativo” nei confronti delle sue allieve. I giudici, però, hanno deciso di condannare l’uomo, non credendo alle sue parole. Una storia indubbiamente forte, di quelle che lasciano il segno, che fanno parlare, che invitano alla riflessione.