È iniziato davanti alla Corte d’Assise di Parma il processo a Chiara Petrolini, la 22enne accusata del duplice delitto premeditato dei suoi figli neonati e della soppressione dei cadaveri. La prima udienza si è conclusa con una decisione cruciale: i giudici, presieduti da Alessandro Conti, hanno accolto la richiesta della difesa disponendo una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e volere dell’imputata al momento dei fatti, oltre a una valutazione sulla sua eventuale pericolosità sociale.
L’incarico ai periti verrà formalizzato il prossimo 15 settembre, data in cui verranno ascoltati anche i primi testimoni. Per l’avvocato Nicola Tria, legale della giovane, l’elemento centrale del processo non è tanto cosa sia accaduto, quanto piuttosto “chi sia davvero Chiara Petrolini”. Secondo la difesa, comprendere il comportamento della ragazza nei mesi precedenti agli eventi è fondamentale.
Tria ha sottolineato il contrasto tra le consulenze di parte: se per l’accusa la giovane sarebbe pienamente capace di intendere e volere, la perizia difensiva parla invece di un disturbo di personalità con tratti dissociativi. La Procura, per voce della pm Francesca Arienti, non ha sollevato opposizione alla perizia, ma ha suggerito di valutarne l’opportunità dopo una parte dell’istruttoria.
“Non esiste nulla nella storia clinica di Chiara che faccia sospettare una patologia psichiatrica”, ha dichiarato la pubblica accusa, ricordando come amici e conoscenti la descrivano come una ragazza modello.
Nel frattempo, Samuel Granelli, ex compagno di Chiara e padre dei due bambini, si è costituito parte civile insieme ai suoi genitori. Il suo avvocato, Monica Moschioni, ha spiegato che il giovane “cerca risposte per comprendere ciò che è accaduto” e che sta affrontando un percorso psicologico di supporto. Chiara Petrolini è giunta in aula scortata dai carabinieri.