Preghiera in ricordo di Lorenzo Cristea, il papà non ha retto (2 / 2)

 

Lorenzo Cristea si era diplomato in meccanica a Noale e, subito dopo,  aveva lavorato come lattoniere nell’impresa del padre.  Era un ragazzo  on la testa sulla spalle, pieno di sogni, di desideri, tutti stroncati in pochi istanti quando  gli è stata tolta la vita fuori dalla discoteca. Una storia tremenda, questa, che ha toccato nel profondo gli italiani.

Durante la veglia di preghiera, a suffragio del povero ragazzo, freddato all’uscita della discoteca,  i genitori di Lorenzo, stretti nel loro dolore,  sono rimasti seduti davanti l’altare preparato per l’occasione, con una candela accesa in mano.

Papà Vasile e mamma Ioana hanno pianto e hanno  abbracciato tutti  coloro che  hanno partecipato al momento di preghiera in un clima raccolto di silenzio.   Sono due genitori rimasti orfani, in un modo tremendo, del loro adorato figlio. Come possono reggere tutto questo?

Papà Vasile,  con le lacrime agli occhi, non ha retto, dicendo, con la voce rotta dalla commozione e dallo strazio: “Mio figlio era troppo giovane per morire . Ma come è possibile perdere la vita in questo modo, per una banale lite?” .  Sono parole forti, struggenti, che ci invitano ad una doverosa riflessione.

Non è la prima volta che un delitto si materializza per futili motivi  e la mattanza che popola la cronaca nera nazionale è pesantissima.   I genitori, in queste ore così buie, godono del supporto del sindaco di Trebaseleghe, Antonella Zoggia, che ha dichiarato: “Al momento non abbiamo messo in atto nessuna iniziativa pubblica per ricordare il nostro giovane concittadino in quanto le indagini sono ancora in corso e lasciamo il tempo agli inquirenti per far luce sull’accaduto”.