"Posso?". Filippo Turetta, la prima richiesta in cella ha lasciato tutti senza parole (2 / 2)

Filippo Turetta è rinchiuso nella casa circondariale di Montorio a Verona, dove ha trascorso la seconda notte dopo il suo rimpatrio. Nella giornata di domani, martedì 28 novembre, è previsto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo, al quale spetterà  il compito di fare luce sui dettagli più oscuri di questa torbida vicenda.

C’è da sciogliere soprattutto il nodo della premeditazione, che stando agli indizi sinora raccolti pare sempre più fondata. Nella fiat punto nera di Turetta, la polizia tedesca ha rinvenuto quella che potrebbe essere quasi certamente l’arma del delitto, vale a dire una lama da cucina da 12cm e del nastro adesivo con il quale avrebbe tappato la bocca di Giulia.

Nell’interrogatorio di domani, in base alla strategia difensiva elaborata con il proprio legale, Filippo Turetta potrebbe decidere di non rilasciare dichiarazioni, rispondere alle domande oppure limitarsi a rilasciare dichiarazioni spontanee. Pochi dubbi sul fatto che il presunto colpevole debba preoccuparsi innanzitutto di allontanare l’accusa di premeditazione.

Cosa ha chiesto Turetta non appena è entrato in cella? Il 22enne ha chiesto dei libri per poter studiare, sicuramente quelli degli esami che deve ancora sostenere per conseguire la laurea in ingegneria biomedica. Come sappiamo, era compagno di corso di Giulia che, invece, era più avanti con gli esami e doveva laurearsi lo scorso giovedì 16 novembre.

Tra i possibili moventi del delitto spicca proprio la laurea di Giulia, che Turetta vedeva come un assoluta minaccia, perchè avrebbe voluto significare l’allontanamento definitivo della sua ex compagna, pronta a partire per inseguire i suoi sogni.