Poliziotti trovano in stazione borsa con 300mila euro (2 / 2)

Due agenti della polizia ferroviaria, a gennaio 2014,  hanno ritrovato sulla panchina di una stazione, un borsello, dimenticato, sicuramente, da un passeggero frettoloso, travolto dalla frenesia della vita quotidiana, tipica dei pendolari, di chi viaggia moltissimo per lavoro. Nell’aprirlo, per accertarsi che non ci fosse, al suo interno, nulla di compromettente, la scoperta: 300 mila euro.

A dimenticare il marsupio era stato un 56enne di Ciampino, sottoufficiale dell’aeronautica. Inutile dirvi la reazione dei due agenti, che facevano fatica a credere di aver trovato tutto quel malloppo di soldi all’interno di un accessorio in apparenza semplicissimo.

Attraverso un documento ritrovato vicino alle banconote, i due sono riusciti a risalire all’identità del proprietario, che si era accorto di essersi dimenticato il borsello solo dopo essere salito sul treno che lo stava portando a Roma. Il 56enne ha allertato telefonicamente la moglie, che si è recata immediatamente in stazione, con la speranza di ritrovare il bottino . Gli uomini della Polfer hanno comunque atteso l’arrivo del marito della stessa, per riconsegnargli il marsupio smarrito.

Ovviamente, trattandosi di 300 mila euro in contanti, hanno chiesto chiarimenti sull’enorme cifra contenuta all’interno del marsupio, sottoponendolo ad interrogatorio. L’ufficiale si è giustificato dicendo che aveva raccolto tutti quei soldi da tutti i suoi conti, in modo da potergli mettere al sicuro in una banca di Roma.

Le cose sono andate un tantino diversamente ad una donna di Bergamo, dopo aver dimenticato in un bar una borsa, contenente 300 mila euro in contanti. La 39enne di Dalmine, interrogata in questura, non ha voluto dare spiegazioni sul malloppo che, nel suo caso, era palesemente falso . Le banconote avevano tutte la scritta “fac-simile” sui lati. Ormai non c’è da stupirsi praticamente di nulla. In un semplice marsupio si può trovare davvero di tutto, con una reazione sconvolgente chi si, per pura casualità o per lavoro, come nel caso degli agenti della Polfer, si imbatte in questi ritrovamenti.

C’è chi, per lavoro, è portato a ritrovare i legittimi proprietari e a riconsegnarli ma un comune mortale, specie in tempi di crisi, in cui il caro vita ha praticamente messo tutti in ginocchio, cosa avrebbe fatto al loro posto? Si sarebbe tenuto il ritrovamento o lo avrebbe portato al commissariato per poter ritrovare il suo proprietario?