“Poco fa il suicidio in carcere, è successo”. La terribile notizia è appena arrivata (2 / 2)

Ricorderemo tutti  la storia del piccolo Daniele Paitoni, 7 anni, che il 1 gennaio è stato ucciso con una coltellata alla gola dal padre, il 40enne Davide Paitoni che, dopo aver compiuto il figlicidio, ha rinchiuso il cadavere del bimbo in un armadio. La sua follia era iniziata la sera del primo dell’anno, quando l’uomo, con la scusa di riportare Daniele dalla madre, ex moglie, da cui si stava de da cui aveva avuto il permesso di poter trascorrere il Capodanno assieme al figlio, si è presentato sotto casa dei suoceri, in provincia di Varese, accoltellando la donna più volte, prima di fuggire.  Per fortuna l’accoltellamento è avvenuto a livello superficiale.

Ma poche ore dopo, la sua furia è continuata e stavolta è andata a segno, perché ha prima stordito e soffocato il figlioletto, per poi  accoltellarlo alla gola e rinchiuderlo in un armadio, dove è stato ritrovato dal nonno a Morazzone, dove era ai domiciliari con l’accusa di aver tentato di uccidere un collega di lavoro, nel 2021 ad Azzate (Varese). Il 40enne sul corpicino del figlio, aveva lasciato un messaggio: “Mi dispiace, perdonami papà”, mentre in un vocale aveva detto al padre: “Non aprire l’armadio”. Poco fa è arrivata la terribile notizia che era già nell’aria: Paitoni si è suicidato nella sua cella del carcere milanese di San Vittore . 

Lunedì il gip aveva negato la perizia psichiatrica chiesta dal difensore, stabilendo che le modalità con cui commise il reato erano talmente chiare da non rendere necessario l’esame.Già pochi giorni dopo l’omicidio, l’avvocato di Paitoni aveva rivelato al pubblico le intenzioni suicide del suo assistito: “Vuole morire e tace”.  

L’uomo avrebbe  dovuto partecipare, domani, 13 luglio, in aula, a Varese,  alla discussione in giudizio abbreviato per il tentato omicidio di un suo collega di lavoro ad Azzano, in provincia di Varese. Paitoni aveva cercato di ammazzarlo a colpi di taglierino, nel parcheggio dell’azienda in cui lavorava.

Stefano Bruno, legale dell’uomo, ha commentato: “Ognuno faccia i conti con la propria coscienza”.  Secondo il gip Paitoni aveva ucciso il suo bambino  per “punire” la madre che lo aveva lasciato , agendo con estrema lucidità, dopo essersi assicurato che il padre fosse in camera sua ad attendere il nipotino davanti alla tv, attirando in una trappola mortale il figlio Daniele,  con la scusa di una merendina.