Plasma iperimmune, uno studio americano conferma: "De Donno aveva ragione" (2 / 2)

Uno studio americano finanziato dal dal dipartimento della Difesa americano e dai National institutes of health (Nih), ha scoperto che la terapia al plasma iperimmune è valida per combattere la malattia Covid 19.

Una notizia davvero sensazionale, anche se, considerando che i pazienti del noto dottore, primario di pneumologia presso l’ospedale di Mantova, guarivano nel 90% dei casi, probabilmente si poteva arrivare alla stessa conclusione molto prima, salvando decine di migliaia di vite umane.

Due sono le conclusioni più sensazionali ai quali è giunto lo studio: innanzitutto si è scoperto che la somministrazione della terapia al plasma entro 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi fa sì di ridurre sensibilmente la progressione della malattia che porta poi alle ospedalizzazioni, essendo notevole la capacità di ridurre l’infiammazione polmonare; altro dato fondamentale è che l’utilizzo degli anticorpi monoclonali è eccessivamente costoso e difficilmente reperibile per un uso in larga scala durante un picco della curva epidemiologica. Al contrario, il plasma iperimmune non ha nessun limite di brevetto e costi molto bassi, considerando che ogni donatore può fornire più unità.

A conclusioni diametralmente opposte era giunto invece uno studio dell’Aifa e dell’ISS che, come riporta sempre La Verità, sentenziava l’assenza di benefici del plasma iperimmune in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi 30 giorni.

In un’intervista del giugno 2020, lo stesso De Donno affermava: “La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma“. Forse in questa affermazione è racchiusa davvero ogni verità.