Alla Mostra del Cinema di Venezia, c’è stato spazio anche per un gesto e parole destinate a far discutere. Protagonista Piero Pelù, che al Lido ha presentato il documentario autobiografico “Piero Pelù. Rumore dentro”.
Il rocker toscano ha scelto di unire al racconto della sua carriera un messaggio politico, esponendo davanti ai fotografi la bandiera della Palestina: un segnale che ha anticipato dichiarazioni molto dure nei confronti del Governo italiano.
In conferenza stampa, l’ex leader dei Litfiba ha puntato il dito contro l’esecutivo, accusandolo di non prendere una posizione chiara sul conflitto in Medio Oriente. Parole nette anche contro Benjamin Netanyahu e l’esercito israeliano, accusati di portare avanti “un’occupazione illegale con la massima violenza”.
Ma il passaggio più duro Pelù lo ha riservato alla premier Giorgia Meloni, accusandola di indignarsi soltanto quando gli attacchi riguardano luoghi di culto cristiani. “Una discriminazione nella discriminazione, insopportabile”, ha affermato, ricordando le decine di vittime quotidiane nella Striscia di Gaza, tra cui molti bambini. Il rocker ha poi lanciato un appello alla società civile, invitando i cittadini a non rimanere in silenzio. Citando Patti Smith con il celebre “People have the power”, ha ribadito l’importanza di una partecipazione attiva, sottolineando come la musica e l’arte possano diventare strumenti di consapevolezza collettiva.
Un impegno che non si ferma alle parole. Il 18 settembre, all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze, Pelù sarà protagonista di SOS Palestina, un grande concerto benefico organizzato a sostegno di Medici Senza Frontiere. La proiezione veneziana e l’annuncio dell’evento benefico confermano come “Rumore dentro” non sia soltanto un film biografico, ma anche il ritratto di un artista che non ha mai separato musica e impegno civile.