Piccola Giulia, "nelle feci dei cani": i dettagli che non tornano (2 / 2)

Ieri, nel Duomo di Acerra, si sono svolti i funerali in un clima di profonda tristezza. Solo i familiari più stretti hanno potuto partecipare alla cerimonia, officiata da don Gustavo Arbellino, che ha invitato i genitori a “ripartire dall’amore”.

Dopo i funerali le indagini proseguono per chiarire le cause del decesso. Il padre, Vincenzo Loffredo, unico indagato, sostiene che la figlia sia stata aggredita dal pitbull di famiglia mentre dormiva con lui sul lettone. Tuttavia, emergono incongruenze nel suo racconto.

Inizialmente, in ospedale, aveva parlato di un’aggressione da parte di un cane randagio, versione poi smentita davanti alla polizia. Un elemento chiave è la presunta pulizia della scena del delitto: durante un secondo sopralluogo della scientifica, non sono state trovate tracce ematiche nella camera da letto, nonostante il padre stesso avesse riferito della loro presenza. L’avvocato Luigi Montano ha dichiarato che l’appartamento era stato posto sotto sequestro, ma alcuni familiari vi sono entrati e potrebbero aver ripulito l’area.

Secondo il referto medico, Giulia era ancora viva all’arrivo in ospedale, circostanza che smentirebbe l’ipotesi di una frattura al collo. Intanto, gli inquirenti stanno analizzando i due cani di famiglia: il pitbull Tyson e una meticcia, ora sotto osservazione in un canile.

Gli esami sulle loro feci potranno confermare eventuali tracce organiche della bambina. Finora, il pitbull non ha mostrato segni di aggressività. Le indagini proseguono anche con l’analisi delle telecamere di sorveglianza per verificare la presenza del padre in casa al momento dei fatti.