Piccola Giulia, ecco cosa ha detto il papà in procura (2 / 2)

Vincenzo Loffredo, padre della piccola Giulia, ha  raccontato nuovamente le sue ultime ore con la figlioletta, ribadendo di non aver assistito all’aggressione da parte del pitbull di famiglia.  L’uomo, attualmente indagato a piede libero, è stato ascoltato dalla  Procura a Nola, ripercorrendo gli ultimi momenti con la bimba.

Agli inquirenti ha dichiarato di aver capito  cosa era accaduto dai segni dei morsi… morsi che sono stati confermati nell’autopsia.  La versione di Vincenzo è quella di essersi addormentato accanto a Giulia, per poi ritrovarla, al risveglio, riversa in una pozza ematica.

Ricordiamo che  sull’uomo pende l’accusa di delitto  colposo per omessa custodia e vigilanza del pitbull. Ovviamente, proprio per non lasciare nulla al caso, gli inquirenti dovranno analizzare i   video delle telecamere di sorveglianza della zona,  in modo da confermare o smentire la sua presenza nell’abitazione.

Diverse sono le  incongruenze che emergono dal racconto del padre. Come ben noto,  Vincenzo aveva inizialmente dichiarato che la figlioletta era stata colpita da  un randagio  in strada, per poi cambiare versione davanti alla polizia,  parlando del pitbull di famiglia.  Loffredo ha ribadito di non aver visto la scena,  ma di aver capito che cosa era accaduto dai morsi.

Proprio i morsi, rinvenuti in sede di autopsia, potrebbero aver causato la rottura del collo.  A tutto questo si aggiunge il giallo dell’appartamento ripulito prima del sopralluogo.  Gli accertamenti proseguono a ritmo serrato anche sul cane, ancora affidato all’Asl Napoli 2 Veterinaria.   Nei prossimi giorni, l’animale sarà attenzionato da un comportamentalista veterinario. Capiamo bene quanto questi giorni siano importanti proprio per ricostruire, grazie ad un prezioso mix di mezzi e uomini,  la vicenda della piccola Giulia.