Pfizer e Moderna, rischi cardiaci provocati dai vaccini anti Covid? Lo studio (2 / 2)

Mi riferisco a Pfizer e a Moderna,  che hanno deciso di intraprendere degli studi sulle reazioni avverse a lungo termine, legate alla somministrazione dei loro vaccini con il Covid.  A  diffondere la notizia di questi interessanti studi nell’aria, è stata l’emittente televisiva “Nbc News“, circa due anni dopo la concessione da parte della Food and Drug Administration  delle autorizzazioni per l’uso di emergenza di quei farmaci negli Stati Uniti.

Gli studi si concentreranno, in particolare, sulle miocarditi e su altre tipologie di infiammazioni o danni cardiaci.  Pfizer, la più grande società al mondo nel settore della ricerca, della produzione e del commercio di prodotti farmaceutici, con sede a New York ha deciso di portare avanti i test pianificati per un periodo di 5 anni negli Stati Uniti e in Canada.

Pfizer, in particolare, ha avviato assieme alla Pediatric Health Network i preparativi preliminari per condurre test clinici volti a verificare l’incidenza dei possibili rischi legati al suo vaccino, in quanto le infiammazioni cardiache sembrano verificarsi infatti con maggior frequenza nei soggetti più giovani.

Mentre Pfizer e Moderna  fanno sapere le loro intenzioni, il  Comitato per i farmaci a uso umano (Chmp) dell’Ema ha approvato il vaccino bivalente Pfizer contro il Covid,  agigornato alla   sotto-variante BA.4/BA.5 per i bambini dai 5 agli 11 anni.  Ovviamente ora sarà la  Commissione Europea  ad occuparsi dell’approvazione finale. Parliamo di un vaccino che ha già ottenuto l’autorizzazione per le persone con più di 12 anni.

Le due aziende hanno fatto sapere che, nelle sperimentazioni cliniche negli adulti, il vaccino “ha dimostrato una forte risposta immunitaria contro BA.4 e BA.5, misurata a 30 giorni dalla vaccinazione, con un profilo di sicurezza e tollerabilità simile a quello del vaccino originale”. Il  vaccino, da inizio ottobre, ha ricevuto l’autorizzazione, da parte della Food and Drug Administration, ad essere somministrato in condizioni di emergenza (Emergency Use Authorization) nei bambini dai 5 agli 11 anni.