Le indagini sul delitto di Pierina Paganelli stanno proseguendo con particolare attenzione al movente del delitto. L’unico indagato è Louis Dassilva, attualmente recluso nel penitenziario. Tra le piste principali vagliate dagli investigatori, ne spicca soprattutto una: la possibilità che il presunto colpevole abbia agito per paura che la 78enne scoprisse la sua relazione extraconiugale con Manuela Bianchi.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il movente potrebbe essere legato al timore di Dassilva di perdere i “benefici economici” garantiti dal suo matrimonio con Valeria Bartolucci e al contempo di compromettere la relazione con Bianchi. Questa situazione si sarebbe aggravata quando Pierina Paganelli avrebbe fatto una telefonata ai suoi nipoti, nella quale criticava pesantemente la relazione tra Manuela Bianchi e suo figlio Giuliano.
La telefonata in questione, ascoltata da Bartolucci e successivamente riferita a Manuela Bianchi, sembra essere un elemento cruciale per comprendere le dinamiche del delitto. Bartolucci ha raccontato di aver sentito Pierina dire che la famiglia di Giuliano era ormai distrutta a causa del comportamento di Manuela, un commento che avrebbe preoccupato notevolmente la Bianchi, che temeva le venisse sottratta la custodia della figlia minore.
Così, dopo aver appreso della telefonata, avrebbe inviato un messaggio a Louis Dassilva, esprimendo il suo timore che la relazione extraconiugale venisse scoperta. Questo potrebbe aver spinto Dassilva a prendere in mano la situazione e a compiere il delitto per evitare che la verità venisse a galla.
Nonostante le nuove prove e ipotesi, Dassilva continua a dichiararsi innocente, sostenendo di non essersi allontanato dal suo appartamento la sera del delitto. Tuttavia, le contraddizioni nelle testimonianze e i nuovi dettagli emersi dalla telefonata pongono ulteriori interrogativi su quanto realmente accaduto.