
Da ieri mattina, domenica 28 maggio 2023, l’acqua della laguna è di colore verde e, se non avessimo la certezza che è tutto vero, penseremmo ad un effetto di fotoritocco.. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è in contatto con il prefetto, volendo, chiaramente, andare a fondo sull’accaduto. Sulla base delle testimonianze fornite da alcuni gondolieri, pare che alcuni norvegesi, a bordo di piccole imbarcazioni, avrebbero gettato in acqua delle pastiglie.
Al momento nessuna ipotesi è esclusa, dagli ecovandali ad un gesto artistico (di pessimo gusto, se così fosse) ma non è tutto, in quanto si è parlato anche di una particolare alga rilasciata in acqua. Aldo Reato, voce dei gondolieri e consigliere comunale della lista Brugnaro, intervistato dal Corriere, ha dichiarato: “In città si parla di un’alga giapponese. Se l’abbia rilasciata qualcuno nel Canal Grande ancora non lo sappiamo. Di sicuro non è cosa nostra, è un’assoluta novità. Non si esclude nemmeno un atto dimostrativo di un artista intenzionato a veicolare un messaggio, sfruttando il fatto che a Venezia qualsiasi cosa fa notizia in tutto il mondo. Sembra comunque non sia nulla di inquinante“-
I vigili del fuoco parlano esplicitamente di “sostanza colorante” ma hanno allertato l’Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale) in modo da fugare ogni dubbio attraverso i test dell’acqua. Il liquido tracciante si acquista online, in polvere o concentrato, si può scegliere il colore e la quantità. Maurizio Vesco, direttore di Arpav Venezia, ha spiegato a che punto è la situazione, dicendo: «Gli esami e le analisi sull’acqua del Canal Grande non sono ancora stati completati, ma propendiamo per questa ipotesi». L’ipotesi al momento più plausibile è che possa trattarsi di un tracciante composto da “fluoresceina sodica”, per poi aggiungere: «Lunedì affineremo le analisi, ma visibilmente e statisticamente dal riscontro avuto il liquido che ha colorato l’acqua va ricondotto a questa sostanza, con quel fenomeno di colorazione».

Riguardo alle sue modalità di utilizzo: «Ha molti utilizzi, generalmente ne fanno uso gli idraulici per i tracciamenti. Lo utilizzano anche i consorzi di bonifica nei bacini di laminazione per vedere i movimenti dell’acqua, ma loro ce lo annunciano proprio perché sanno che si tratta di un evento visibile che potrebbe mettere in allarme». Ma come è finito in acqua? Anche questo è tutto un giallo, ad oggi e va tenuto presente che, essendoci i dosaggi, si può vedere che un cucchiaino di tale tracciante colora ben 20 litri di acqua. La cosa buona in tutto questo è che va via in un paio di giorni, trattandosi di una sostanza che si “eccita” mediante i raggi ultravioletti, e che non inquina, al punto che la utilizzano i consorzi e non è pericolosa, anche perché altrimenti si sarebbero visti pesci morti e non è questo il caso.
Chi ha versato tale sostanza in acqua? Qualcuno ha visto qualcosa? Si è trattato del proprietario di una casa dei paraggi? Di un’azienda? Di una barca che l’ha versata in corsa? Potrebbe provenire dallo scarico di una abitazione.? L’Arpav ha chiosato: “Chiunque sia stato, ha movimentato una ingente spesa pubblica. Nelle prossime ore, comunque, le ulteriori analisi che saranno effettuate, potranno svelare con certezza le componenti del liquido e accertare che non ci siano fattori pericolosi per l’ambiente”.