
Il dubbio trova finalmente una risposta concreta: la manovra finanziaria, pronta per il via libera del Senato, sancisce l’addio definitivo a Opzione Donna. Dal primo gennaio 2026, il canale che permetteva l’uscita anticipata alle lavoratrici che rientravano in categorie svantaggiate cesserà di esistere, chiudendo una fase iniziata sperimentalmente nel 2004.
La decisione del Governo guidato da Giorgia Meloni non è arrivata senza preavviso, ma la conferma inserita nel testo definitivo della Manovra rappresenta una svolta irreversibile.
Negli ultimi due anni, i requisiti erano già stati pesantemente ristretti, limitando l’accesso a caregiver, lavoratrici di aziende in crisi o con disabilità superiore al 74%, portando la platea delle beneficiarie a poche migliaia di unità .Le ragioni dietro questa eliminazione sono di natura prettamente economica: il regime sperimentale basato interamente sul calcolo contributivo comportava comunque costi che l’esecutivo ha preferito convogliare verso altre priorità . Con la fine di questa misura, le lavoratrici non avranno più una via dedicata per l’anticipo previdenziale, dovendo fare affidamento sui canali ordinari o su ciò che resta della flessibilità in uscita.

A monitorare l’impatto di questa scelta saranno l’INPS e le organizzazioni sindacali, che già esprimono preoccupazione per le donne che si troveranno senza tutele specifiche. Il taglio operato dalla maggioranza punta a stabilizzare i conti pubblici, ma per molte cittadine significa dover rinviare l’uscita dal mondo del lavoro di diversi anni, perdendo un diritto che sembrava ormai consolidato.
Nonostante i tentativi di mediazione, la linea del rigore ha prevalso, lasciando come unica alternativa per il futuro la discussione su una riforma strutturale più ampia. Per ora, l’unica certezza per il 2026 è che una delle misure più discusse e utilizzate degli ultimi vent’anni diventerà ufficialmente un ricordo, obbligando migliaia di persone a riscrivere il proprio domani.