Essendoci stato il ripristino del cosiddetto sistema “scala mobile” , il governo Meloni ha in mente una rivalutazione delle pensioni non più su base annuale ma ogni tre mesi.
Questo, tradotto in soldoni, in modo da renderlo fruibile anche ai non esperti in materia, significa che i sussidi degli aventi diritto potrebbero lievitare (o diminuire) nell’arco di novanta giorni. L’aumento o la diminuzione della pensione dipende dall’inflazione,quindi dall’andamento della stessa, memori del fatto che il caro vita ha flagellato gli italiani, specie negli ultimi anni, segnati da una crisi economica senza precedenti.
Se il carovita si attesterà ancora sul +10%, o aumenterà ancora di più, il Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni ha previsto un’equilibratura automatica delle pensioni per tutto il 2025.
Ma sorge spontanea una domanda: cosa succederà invece ai lavoratori? Verrà applicato lo stesso modello o no? Per il momento la risposta è negativa, in quanto senza una riforma del lavoro e avendo appena attuato il taglio del cuneo fiscale, ciò andrebbe a gravare fortemente sulle casse dei datori e rischierebbe di creare ancor più problemi.
Per i pensionati esiste un limite: se la rimodulazione automatica sarà approvata dal Consiglio dei Ministri, potranno usufruirne solo i titolari di pensione che non supera di 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro). La notizia fa balzare di gioia una grossa fetta di pensionati italiani ma non tutti, meglio precisarlo. Pare che il 2025 stia iniziando per il verso giusto ma tutto, sino alla fine, può ancora cambiare. Ovviamente noi continueremo a seguire gli sviluppi, fornendovi gli opportuni aggiornamenti in tempo reale.