Nel Governo il nodo pensioni continia a tenere banco. Sono mesi molto tesi su questo fronte, in quanto dalle prime indiscrezioni rilanciate dalla stampa, pare che non ci siano risorse sufficienti per una riforma completa delle pensioni. Ma il Governo ha dei punti centrali sui cui sta lavorando.
C’è molta divisione anche nelle stesse forze di maggioranza circa le iniziative da intraprendere per quanto riguarda l’uscita dal lavoro per alcune categorie, anche se sembra confermata che chi effettua lavori pesanti e usuranti possa andare in pensione prima del previsto. I sindacati invece stanno spingendo per prorogare l’Opzione Donna per il 2024 e il 2025, senza l’aggiunta delle condizioni introdotte nell’ultima manovra.
Forza Italia vuole mantenere i suoi impegni elettorali e anche il leit motiv di Silvio Berlusconi, ovvero quello di mantenere le pensioni minime entro i mille euro, che come ricorda il sito Lavoratorio ad oggi sembra più un sogno che qualcosa di concreto.
Il partito sta cercando fondi nel settore previdenziale per confermare il livello delle pensioni minime a 600 euro per gli anziani con più di 75 anni e a 572 euro per gli altri.
Ma chi potrà andare in pensione nel 2024? Al momento, sempre come si apprende dalla stampa nazionale, le modalità per andare in pensione sono quelle stabilite sempre dalla Legge Fornero, ovvero la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata, precedentemente nota come pensione di anzianità.
Nel 2023 per accedere alla pensione di vecchiaia bastavano 20 anni di contributi e 67 anni di età, e tale requisito anagrafico rimarrà sostanzialmente invariato anche nel 2024. Questo perché l’impatto dato dalla pandemia di Covid-19 ha reso nulli gli adeguamenti ti previsti per il 1° gennaio 2021 e il 1° gennaio 2023. Per soddisfare il requisito contributivo, verranno conteggiati tutti i tipi di contribuzione, che provengano dal lavoro, dal riscatto, dalla contribuzione volontaria o figurativa.