Pensioni, 500 euro di aumento da subito: la decisione del Governo (2 / 2)

Il decreto ministeriale porterà, infatti, ad una rivalutazione record delle pensioni, che scatterà dal 1° gennaio 2023. Dal nuovo anno scatteranno aumenti record, o quasi, degli assegni, per effetto del meccanismo di indicizzazione ai prezzi al consumo nel 2022. Parliamo della “perequazione”, ossia dell’adeguamento degli assegni pensionistici alla dinamica dei prezzi. Si tratta di aumenti dell’assegno pensionistico che suonano come una manna dal cielo, specie se relazionati a questo periodo così delicato, contrassegnato dal caro vita. Parliamo di fatto di +7,3%, in considerazione dei dati Istat disponibili fino al 3 novembre scorso.

La perequazione si applica in quote differenti, a seconda delle fasi reddituali. L’adeguamento sarà pieno (100%) per gli assegni che arrivano a 4 volte al minimo Inps, fissato in 525,38 euro; scenderà al 90% per i trattamenti compresi tra 4 e 5 volte il minimo e al 75% per le pensioni sopra la soglia di 5 volte il minimo. Più semplicisticamente, gli assegni pensionistici al minimo Inps (525 euro) godranno di un aumento mensile di 38 euro netti che salirà a 52 euro per i trattamenti di 1.000 euro lordi mensili.

Le pensioni da 1.500 euro lordi, dovrebbero essere rivalutate di 110 euro lordi (75 euro netti), mentre quelle da 2.000 euro, dovrebbero essere rivalutate di 146 euro lordi (100 euro netti). Ed ancora: una pensione da 2.500 euro lordi dovrebbe essere, mensilmente, aumentata di 180 euro lordi (111 euro netti), mentre una pensione da 4mila euro dovrebbe essere rivalutata di oltre 260 euro lordi ( 150 euro netti mensili).

Per i dettagli applicativi comunque si deve attendere la publicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e le successive istruzioni INPS. L’indice ISTAT preso in considerazione non è definitivo, per cui ci potrebbe essere un ulteriore conguaglio se l’inflazione quest’anno continuerà a salire. Le prestazioni interessate dalla rivalutazione annuale sono quelle memorizzate nel Casellario centrale delle pensioni, anche erogate da enti diversi dall’Inps.

Restano escluse dalla perequazione, come si legge sul sito fiscoetasse.com: le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative , delle pensioni a carico del fondo clero , l’indennizzo per cessazione dell’attività commerciale che vengono perequate singolarmente; le prestazioni a carattere assistenziale (Assegno sociale AS, Pensione Sociale PS, Invalidità civile INVCIV) e delle pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi , che vengono rivalutate con criteri propri; le prestazioni di accompagnamento a pensione come ape sociale e assegni dei fondi bilaterali , che non vengono rivalutate per tutta la loro durata; le pensioni di vecchiaia in cumulo a formazione progressiva, per le quali non siano stati utilizzati tutti i periodi assicurativi accreditati.