Ci sono storie struggenti, difficili da raccontare anche per chi ci occupa di cronaca perché nascondono una sofferenza profonda, difficile da capire se non si è addentro.
In un mondo che tende sempre più unicamente a puntare il dito, a giudicare senza conoscere, è facile trarre le conclusioni, crocifiggere, mettere al patibolo, tacciando alcuni di essere i carnefici.
Ma chi è il carnefice e chi la vittima non sempre è così facilmente delineabile. Anzi, ci sono casi in cui è impossibile distinguere o, peggio ancora, si tratta di due vittime.
Due modi diversi di soffrire, cui è stata posta la parola fine in modo crudo, netto, spietato, ma pur sempre tragico. La storia che sto per raccontarvi sta facendo il giro dei social e dei siti web.
Il sentimento di tutti gli utenti è unanime: sconvolgimento, stupore, amarezza. Si sarebbe potuto far qualcosa per evitare quanto accaduto? Forse è questo che in tanti si chiedono.