Patrimonio Pietrangeli, più gloria che milioni: la vittoria del Roland Garros fu di soli 100 euro (2 / 2)

Figura cardine del tennis azzurro, Pietrangeli è stato il primo a portare l’Italia sul tetto di un Major, con i trionfi consecutivi al Roland Garros nel 1959 e nel 1960. In carriera ha conquistato 67 titoli, raggiunto il numero 3 del mondo e guidato da capitano la squadra che sollevò la Coppa Davis nel 1976.

Più che una questione di cifre o conti correnti, il lascito di Pietrangeli è costituito soprattutto dalla ricca eredità immateriale di un atleta che ha segnato la storia. Ebbene sì, perchè il suo ricco palmarès non si tradusse mai in grandi fortune economiche. Lo raccontava lui stesso con ironia: per la vittoria a Parigi nel 1959 incassò appena 150 dollari, “due mesi di affitto”, ricordava.

Un’epoca in cui il tennis non aveva ancora conosciuto la stagione d’oro dei montepremi milionari. La solidità economica è arrivata dopo, attraverso collaborazioni, contratti e incarichi dirigenziali, non sempre privi di polemiche. Emblematico il caso del 2020, quando la Federazione Italiana Tennis tagliò gli stipendi a diversi tecnici e consulenti in piena emergenza Covid, fra cui lo stesso Pietrangeli, che commentò duramente la decisione.

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Tra i beni materiali che compongono il suo lascito spicca soprattutto la casa alla Balduina, a Roma: più che un’abitazione, un archivio vivente. Tra fotografie d’epoca, coppe, ricordi di Montecarlo e incontri con celebrità internazionali, l’appartamento custodisce decenni di storia del tennis e della sua vita, compresi alcuni cimeli affettivi, come le ceneri del suo gatto Pupino.

Ora che se ne è andato, l’eredità passa ai figli Marco e Filippo e ai nipoti: non una fortuna da magnate, ma un patrimonio fatto di ricordi, immagini, oggetti unici e, soprattutto, un capitolo irripetibile della storia sportiva italiana.