Una realtà crudele, spietata, che è difficile anche solo da accettare ma con la quale dobbiamo realmente fare i conti, in quanto i dati, nazionali ed esteri, sono davvero allarmanti.
Ho spesso parlato di quanto i carnefici, gli aguzzini, gli stupratori, abbiano, spesso, i volti di un padre, di uno zio, di un parente. Quando le forze dell’ordine si recano sul posto o, a seguito di indagini, vengono a conoscere della verità dei fatti, ormai è troppo tardi.
I piccoli, i minori, sono le vittime predilette, assieme ad altre categorie fragili, contro i quali perpetrare le peggiori violenze. Hanno gli occhi intrisi di terrore e si porteranno per sempre il ricordo dell’incubo ad occhi aperti che hanno vissuto.
Un incubo materializzatosi per mano di chi avrebbe dovuto amarli e proteggerli al di sopra di tutto. I traumi psicologici e fisici che questi piccoli si porteranno per sempre sono enormi.
Le vittime, lasciate in balia del loro destino, non hanno spesso la forza né gli strumenti di reagire, così i loro carnefici si arrogano il diritto di poterli ulteriormente distruggere. C’è un caso che è diventato in men che non si dica virale, per via della sua efferatezza. Vediamo cosa è accaduto.