Pedro Vásquez, sacerdote 82enne di Chiclayo, la diocesi del nord del Perù in cui il Pontefice è stato vescovo, nonché amico fidato del Papa, è stato intervistato da El Pais, fornendo la sua versione del perché il cardinale statunitense Prevost non ha scelto di chiamarsi Francesco II, ma Leone XIV.
A detta del sacerdote, non si è chiamato Francesco II per non far adirare i cardinali conservatori. Il prete ha mantenuto una lunga corrispondenza digitale col nuovo Papa, sino a pochi giorni prima dell’inizio del Conclave, sentendosi sempre su Whatsapp , con botta e risposta anche ironici e divertenti aneddoti.
Vasquez ricorda che quando Prevost, nel 2023, è stato nominato cardinale, scherzosamente lui gli ha scritto che si trattava di un segnale datogli dal Papa per farlo diventare qualcos’altro. Dal suo canto, il Pontefice gli ha risposto: “Non ti azzardare!”. Oggi è certo, alla luce di come sono andate le cose, che l’anziano sacerdote aveva ragione.
Pedro Vasques ha aggiunto: “Abbiamo smesso di scambiarci messaggi prima del Conclave. Siccome doveva rimanere isolato, non ho voluto disturbarlo. Ora non so come rivolgermi a lui per fargli gli auguri: Robert? Santo Padre?”.
Il sacerdote 82enne conosce benissimo il Papa, che è uno studioso, un intellettuale, ma anche un uomo molyo pratico che si dava da fare, quando era in Perù, rimboccandosi le maniche , cucinando durante la pandemia. La loro è stata intesa sin dal primo momento, e non ci sono mai stati screzi. Solo parole d’encomio, quelle di Vasques verso Prevost. Ora sappiamo qualcosa in più sul Papa e anche la questione nome, che qualcuno ha visto come voglia di non essere continuativo col passato, è stata da lui risolta.