Non si fa che parlare dell’assegno di 14 milioni di dollari, che Trump avrebbe staccato per il funerale di Papa Francesco, nel giorno del faccia a faccia o confronto con Zelensky. Su più fronti mormorano che questa donazione è stata davvero generosa, considerando, peraltro, che il Vaticano avrebbe un deficit di circa 70milioni di euro.
E’ bastata questa ingente somma di denaro donata, ad alimentare il dubbio che il presidente statunitense volesse spingere il piede sull’acceleratore, facendo si che venisse eletto al soglio pontificio qualcuno di a lui gradito, dunque che quella donazione avesse voluto influenzare il Conclave.
Ovvio che la somma, di non poco conto, ha alimentato tante domande, in primis se ci sia stata un’intromissione, volta ad eleggere Prevost papa, sebbene, altri facciano notare che gli USA e la Germania, da sempre, siano tra i maggiori contributori della Santa Sede, con le loro donazioni, non vedendoci malizia, insomma.
Donald Trump, che è già stato in Vaticano come presidente degli Stati Uniti al primo mandato, secondo alcuni, avrebbe dato, con la sua donazione, una grosso aiuto economico al Vaticano, alle prese con le ingenti spese del Conclave, con ovvie esigenze di tutelare la sicurezza, il servizio d’ordine. A questo si aggiunge la questione relativa ai rifacimenti delle stanze di Santa Marta con nuove suppellettili e arredi di prim’ordine.
Dopo il decesso di Papa Francesco, gli Stati Uniti, secondo alcuni ,starebbero rispolverando l’antica alleanza con il Vaticano. Proprio questo sta alimentando dubbi: che per davvero il presidente statunitense abbia voluto influenzare l’esito del Conclave con la sua donazione, in modo da far si che al soglio pontificio salisse un pontefice statunitense, ossia della sua stessa nazionalità? Questo il dubbio che aleggia.