Papa Francesco, “terza guerra mondiale”: il drammatico annuncio (2 / 2)

Sono trascorsi 10 anni di pontificato, da parte del Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”. Decisamente un traguardo importante, da ricordare. Dal 13 marzo 2013, dal suo primo discorso da Pontefice, tra la folla che lo acclamava, sono successe tante cose nel mondo della Chiesa. Sono stati anni decisamente bui, quelli durante i quali è stato a reggere il peso di una chiesa che ha dovuto fare i conti con grossi sconvolgimenti.

Prima il Covid, poi le ostilità in corso tutt’oggi tra Russia e Ucraina. Eppure, Papa Francesco era convinto che qualcosa di grave sarebbe accaduto, un pò per un certo dono dall’alto; un pò per via di tutta la rete informatica, fatta di nunzi, vescovi e missionari che mettono in guardia . Mentre cercava di ricomporre la frattura con ortodossi e protestanti, Papa Francesco ebbe l’intuizione della “terza guerra mondiale a pezzi”.

Bergoglio è un Papa che ha chiesto a tutti i battezzati della Chiesa Cattolica la recita del rosario, così come la preghiera, specie le più antiche. Chiese di pregare, di amare i poveri, verso coloro che hanno cercato di salvarsi sui gommoni,  sottolineando che Cristo è per tutti. Un amore, quello di Papa Francesco, verso la natura, verso i dimenticati, verso i penultimi, ossia coloro che sono poveri ma non abbastanza.

Il Papa, nei suoi discorsi ai fedeli, mette sempre, tra virgolette, l’idea dello stesso Cristo che appare sbiadito, sullo sfondo, timido, quasi ininfluente. Sono in tanti coloro che elogiano il Papa, forse esageratamente…. quell’esagerazione che una persona come lui, un umile tra gli umili, non ama. Poi c’è chi,  soprattutto in ambito giornalistico, tende già a preparare i coccodrilli ma il Papa è vivo, più vivo che mai.

E la sua presenza, un invito all’amore vero, verso chi è relegato ai margini della società. Un invito alla riscoperta dei veri valori, ma soprattutto un pensiero sempre rivolto alle atrocità in corso tra Russia e Ucraina. Atrocità su cui ha detto: “Non lo aspettavo… Pensavo che la Siria fosse una cosa singolare, poi sono arrivate le altre”, aggiungendo: “Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi, sia russi che ucraini, non mi interessa, che non tornano. È dura”. Poi, tre parole che corrispondono ai “tre sogni del Papa” per la Chiesa, per il mondo e per chi il mondo lo governa, per l’umanità: “Fratellanza, pianto, sorriso”.