Papa Francesco, noto per il suo carattere deciso e il suo approccio schietto, ha sempre avuto un rapporto particolare con la medicina. «I medici sono preziosi, ma vanno tenuti il più a distanza possibile», ha scherzato in un colloquio con il medico e giornalista argentino Nelson Castro, riportato nel libro La salute dei Papi.
Da settimane, il Papa non sta bene. Nonostante una bronchite, il 9 febbraio ha presieduto una messa all’aperto in piazza San Pietro, rimanendo al freddo per oltre due ore. Già pochi giorni prima, durante l’udienza generale, aveva interrotto la lettura, scusandosi per il «forte raffreddore» che gli rendeva difficile parlare.
La Santa Sede ha confermato che si trattava di bronchite, ma Francesco ha continuato a svolgere i suoi impegni, seppur riducendoli a Casa Santa Marta, dove risiede. Tuttavia, la sua insofferenza per le limitazioni è evidente: «Sono malato, ho una bronchite, abito qui e non posso uscire», ha detto con frustrazione durante un incontro con il rettore della grande moschea di Parigi. Poi, in un’occasione, ha confessato una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.
All’inizio del pontificato, ad esempio, i medici vaticani scoprirono una «macchiolina scura» nella radiografia toracica del Papa, suggerendo una risonanza magnetica con contrasto. Francesco rifiutò categoricamente, citando la sua allergia allo iodio. «Il radiologo restò stupito dal mio fermo diniego», raccontò ridendo, ammettendo di aver dato l’impressione di avere «un brutto carattere». Questa resistenza alle cure mediche è emersa anche recentemente.
Bergoglio non si risparmia mai, mettendo sempre al primo posto l’incontro con gli altri, come ha sottolineato nell’omelia del 9 febbraio, commentando un passo evangelico in cui Gesù privilegia le relazioni ai compiti. Ma la sua salute precaria è visibile: voce affannata, aria stanca e occhiaie profonde. Nonostante tutto, il Papa non accenna a rallentare.