Sembrava esserci un barlume di luce, in quanto la terapia cortisonica era stata ridotta ma, purtroppo, le difficoltà nel respiro si sono ripresentate, al punto che Papa Francesco ha deciso di farsi ricoverare al Gemelli, dove si trova da ormai diversi giorni, con la speranza di guarire più velocemente e tornare alle attività di tutti i giorni.
I medici gli hanno raccomandato il riposo, cosa difficile per uno come lui che, nonostante i suoi 88 anni, ha una tenacia da vendere e non si è mai risparmiato. Purtroppo, però, tutto ha poi preso una piega ben peggiore.
Come noto, gli accertamenti diagnostici hanno evidenziato bronchiectasie e polmonite bilaterale, peggiorate fortemente nelle ultime ore, in cui lo scenario si è fatto raggelante.
L’ infezione polimicrobica che ha colpito il pontefice è molto frequente nel periodo invernale e specialmente nelle settimane in corso e questo è stato spiegato dettagliatamente dal professor Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione dei microbiologi clinici (Amcli) , al Corriere della Sera.
Questi microbi attecchiscono facimente nelle persone già fortemente debilitate come il papa, che 88 anni e si moltiplicano rapidamente. Il professore ritiene che i medici che seguono il Papa «abbiano il serio e giustificato timore di andare incontro a complicanze gravi. Non mi sorprenderebbero» perché «non si è risparmiato fino a quando non ha dovuto accettare di fermarsi. Poco dopo, ha rivolto una pesante denuncia ai dottori: “Mi sono stupito che, nonostante fosse visibilmente stanco e in affanno, lo abbiano lasciato partecipare a diverse udienze private e funzioni pubbliche all’aperto, esponendolo al rischio di contrarre ulteriori infezioni, senza consentire all’organismo di riprendersi”.