Nell’ultimo bollettino, diffuso questa mattina dalla Sala Stampa Vaticana, veniamo a sapere che Papa Francesco ha trascorso ‘una notte tranquilla e che sta riposando. La crisi respiratoria con broncospasmo ha provocato al pontefice il vomito con inalazione di materiale di rigurgito che è arrivato fino ai polmoni.
Questo ha comportato il ricorso alla respirazione meccanica e alla necessità di dover liberare i polmoni dal vomito. Occorreranno 48 ore per capire se l’evento abbia compromesso altri organi e apparati quali rene e cuore.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali), intervistato da Adnkronos Salute Massimo Andreoni, ha spiegato proprio questo all’agenzia stampa, parlando, in particolare, delle complicanze.
Vi è il pericolo di una polmonite ‘ab ingestis’, causata dall’inalazione di sostanze tossiche e/o irritanti come le secrezioni delle vie aeree superiori o di contenuto gastrico, nei polmoni, ma anche quello che la crisi respiratoria possa compromettere cuore e rene. Dopo un miglioramento delle condizioni che così tanto ci faceva tirare un sospiro di sollievo, l’ennesimo peggioramento sta generando apprensione in milioni e milioni di fedeli che hanno a cuore la sua vita.
Andreoni, alla luce di questo up and down, legato alla patologia di Papa Francesco ha rimarcato, a chiusura intervento che il Papa è fragile, “un uomo di 88 anni e con diversi problemi di salute legati all’età, tra cui una bronchite asmatica cronica, un quadro clinico delicato e complesso per il quale la prognosi resta giustamente riservata”. Occorrerà pazientare,48 ore, prima di capire quali siano state le conseguenze della crisi di ieri, l’ennesima dopo quella del 22 febbraio.