Claudio Micheletto, presidente dell’associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo) ha voluto precisare qual è la situazione attuale del Papa, dicendo: “La bronchite di per sé ha sempre un’evoluzione favorevole . Gli accertamenti di secondo livello in ospedale si fanno quando la bronchite non risponde alle usuali terapie e quindi bisogna cercare di capire il motivo”. Capiamo bene quanto la patologia del pontefice preoccupi la comunità ecclesiastica, ma anche i fedeli e i medici.
Specialmente alla luce di ciò che il papa ha già vissuto, l’attenzione è massima. La bronchite è un’infiammazione dei bronchi ed ha una causa di natura infettiva. L’esperto ha precisato che alcuni soggetti, tipo quelli con l’asma, la bronchite cronica, la fibrosi, hanno una c riacutizzazione che può essere impegnativa.
Ci sono altri soggetti a rischio, come per esempio gli anziani, perché hanno una risposta immunitaria tardiva, detta senescenza immunologica.
Lo scorso 12 febbraio, nel corso dell’udienza generale, il Pontefice, non riuscendo a leggere, aveva ceduto il testo ad un suo collaboratore, invitando , a braccio, a pregare. Difatti, in quell’occasione ha dichiarato: “Fare di tutto per la pace, non siamo nati per uccidere”.
La bronchite viene curata col cortisone, nelle varie formulazioni, aerosol spray per i casi più blandi, oppure quello sistemico, cioè per bocca o endovena per i casi più gravi, sino al ricorso all’antibiotico. Importantissimo, ha detto l’esperto, effettuare un esame diagnostico, che va dalla radiografia del torace, passando per tac, analisi del catarro, esami ematici, in modo da capire qual è la condizione effettiva del paziente colpito dalla patologia. L’esposizione al freddo può influire sulla guarigione? Certamente si, in quanto l’aria fredda non fa bene. Ora che l’esperto ha illustrato bene la patologia, non ci resta che sperare in una pronta guarigione del pontefice.