Secondo quanto si apprende dalla stampa un attentato è stato sventato nei confronti del Papa. A raccontarlo è stato lui stesso in una intervista. “Mi era stato sconsigliato quasi da tutti quel viaggio” – così ha detto il Papa.
“Sarebbe stato il primo di un Pontefice nella cerniera mediorientale il Covid-19 non aveva ancora allentato del tutto la sua morsa, pure il nunzio in quel Paese, monsignor Mitja Leskovar, era appena risultato positivo al virus e, soprattutto, ogni fonte evidenziava altissimi profili di rischio per la sicurezza, tanto che gravi episodi avevano funestato perfino la vigilia della partenza. Ma io volevo andare fino in fondo. Sentivo che dovevo” – queste le parole del Santo Padre.
Che continua. “La polizia aveva avvisato la Gendarmeria vaticana di un’informativa giunta dai servizi segreti inglesi: una donna imbottita di esplosivo, una giovane kamikaze, si stava dirigendo a Mosul per farsi esplodere durante la visita papale. E anche un furgone era partito a tutta velocità con il medesimo intento. Il viaggio proseguì” – questo il racconto assurdo di Francesco.
Il racconto è pubblicato nella sua autobiografia di prossima uscita “Spera” in uscita il 14 gennaio prossimo.
“Domandai alla Gendarmeria che cosa si sapeva sui due attentatori, il comandante mi rispose laconicamente: ‘Non ci sono più”. La polizia irachena li aveva intercettati, e fatti fuori” – così ricorda quel giorno il Papa un giorno molto particolare per lui.
“Spera” è la prima autobiografia mai pubblicata da un Papa nella storia. Il volume uscirà in contemporanea mondiale nelle principali lingue e in oltre 100 Paesi.