Papa Francesco, nonostante gli acciacchi, non poteva non presenziare un appuntamento molto importante per la comunità ecclesiastica, quello di ieri, giorno dell’Epifania, una festa cristiana che si celebra il 6 gennaio di ogni anno per commemorare la manifestazione di Gesù Cristo come Dio Figlio incarnato.
Non a caso, il termine “epifania”, derivante dal greco , significa “apparizione” o “rivelazione”. Proprio ieri, al termine dell’Angelus, da piazza san Pietro, Bergoglio ha fatto delle osservazioni che invitano ad una doverosa riflessione, facendoci capire quanto il pontefice abbia a cuore e segua da vicino l’attualità globale.
Sono esternazioni forti, quelle che vi riproporremo, fatte dal Papa in un giorno prezioso per la comunità ecclesiale, carico di un significato profondo.
Ieri mattina, al termine dell’Angelus, il Pontefice ha detto: «Continuiamo a pregare per la pace, in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar, Sudan. La Comunità internazionale agisca con fermezza perché nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario. Basta colpire i civili, basta colpire le scuole, gli ospedali, basta colpire i luoghi di lavoro! Non dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta, sempre!».
Il riferimento del Papa è agli attacchi delle forze armate israeliane a Gaza. Capiamo bene quanto lui sia attento a tutto ciò che di atroce sta succedendo sul fronte bellico, auspicandosi un intervento della comunità internazionale volto a fermare la mattanza che si sta consumando e che sta coinvolgendo tantissimi innocenti. Ancora una volta, Bergoglio non ha disatteso i presenti e i telespettatori che hanno fatto tesoro della sua saggezza e della sua assoluta bontà d’animo. In fin dei conti, non ci vuole certo un veggente per intuire quanto immenso sia il suo animo!