Dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, in un clima di grande emozione e raccoglimento, Papa Francesco si è affacciato per l’ultima volta, salutando il mondo con le parole: “Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua”. È stato il suo commiato pubblico, in occasione del tradizionale messaggio pasquale e della benedizione Urbi et Orbi, un momento che resterà impresso nella memoria collettiva della Chiesa e dei fedeli di tutto il mondo.
Visibilmente provato, ma con la consueta dolcezza e determinazione, il Santo Padre ha voluto essere presente, seppur affidando la lettura del messaggio pasquale a monsignor Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie. Le sue parole, forti e profetiche, hanno toccato il cuore di milioni di persone: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”.
Un monito chiaro e deciso, in un tempo ancora attraversato da guerre e conflitti, che ha ribadito il bisogno di un mondo più giusto e solidale. Poco dopo la lettura del messaggio, Papa Francesco ha impartito la sua ultima benedizione Urbi et Orbi, alla città di Roma e all’intero pianeta. È stato un gesto denso di significato, il culmine di un pontificato che ha fatto dell’umanità, del dialogo e dell’apertura verso gli ultimi i suoi pilastri fondamentali.
La Santa Messa di Pasqua è stata presieduta dal cardinale Angelo Comastri, già arciprete emerito della Basilica Vaticana, che ha guidato con solennità e profondo raccoglimento l’intera celebrazione. In piazza San Pietro, gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, si respirava un’atmosfera sospesa, carica di emozione e gratitudine.
Quella del 20 aprile 2025 sarà ricordata come una Pasqua storica: l’ultimo messaggio di Papa Francesco prima della sua scomparsa, l’ultimo gesto pubblico di un uomo che ha segnato la Chiesa con la sua semplicità, la sua forza spirituale e il suo instancabile amore per l’umanità.