Papa Francesco era sempre più affaticato: ecco cosa ha scatenato l’ictus (2 / 2)

Come certificato nel verbale del dottor Andrea Arcangeli, responsabile della Sanità vaticana, Papa Francesco è stato stroncato da un ictus emorragico. Il pontefice, affetto da multiple patologie tra cui ipertensione, diabete di tipo II e bronchiectasie, si era svegliato regolarmente alle 6 del mattino a Casa Santa Marta, quando un’ora dopo è stato colto da un malessere improvviso.

Secondo la neurologa Francesca Romana Pezzella, esperta di ictus cerebrale, il Papa sarebbe stato colpito da un’emorragia cerebrale, la forma più grave di ictus che comporta un altissimo rischio di decesso nelle prime ore. “Il danno cerebrale è immediato – spiega Pezzella – e richiede un intervento tempestivo: ogni minuto è cruciale“. I sintomi tipici, come difficoltà di parola, paralisi facciale e debolezza degli arti, lasciano poco margine di azione senza una diagnosi strumentale immediata.

Nonostante i recenti problemi respiratori che lo avevano portato al Gemelli, la dottoressa Pezzella esclude un legame diretto con l’ictus: “L’evento vascolare è probabilmente dovuto a un picco ipertensivo“. L’ipertensione arteriosa, di cui Bergoglio soffriva da anni, rappresenta infatti il principale fattore di rischio, insieme all’età avanzata (88 anni) e al diabete.

L’ictus è un’emergenza tempo-dipendente: “Chiamare immediatamente il 112 è vitale – sottolinea l’esperta – perché le terapie iniziano già durante il trasporto”. Purtroppo, nel caso del Pontefice, nonostante la prontezza dei soccorsi, l’entità dell’emorragia non ha lasciato speranze.

Gli ultimi appuntamenti pubblici avevano mostrato un Francesco visibilmente affaticato, sebbene lucido. La sua complessa storia clinica – con polmoniti bilaterali pregresse e insufficienze respiratorie – aveva già messo a dura prova un organismo provato dagli anni e dalle fatiche del pontificato. Il decesso per ictus chiude così la vita di un papa che ha lottato fino all’ultimo per la sua Chiesa.