Dopo la dipartita di Papa Francesco, la macchina vaticana si è messa in moto secondo antichi e precisi rituali che segnano il passaggio alla Sede Vacante. La salma del Pontefice, deceduto nella suite 201 di Casa Santa Marta per ictus e collasso cardiocircolatorio, è stata preparata con il rito della tanatoprassi e deposta in una bara nella cappella della residenza, in attesa dell’esposizione pubblica.
Alla cerimonia liturgica erano presenti, tra gli altri, il cardinale camerlengo Kevin Farrell e il decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re. I locali del Papa sono stati sigillati, come da protocollo, e la salma rimarrà temporaneamente nella cappella privata dove Francesco ha celebrato messa per dodici anni. Il corpo sarà poi traslato nella Basilica di San Pietro, dove resterà esposto fino a venerdì sera per la devozione dei fedeli.
Dopo le esequie, si terranno i novendiali, nove giorni di messe in suffragio, al termine dei quali si entrerà nella fase più attesa: il Conclave. I cardinali si riuniranno tra il 15° e il 20° giorno dalla morte, quindi al più tardi entro il 10 maggio, per eleggere il successore. Intanto, il governo della Chiesa è affidato all’ordinaria amministrazione del Collegio dei Cardinali.
I funerali si terranno sabato 26 aprile, secondo quanto anticipato dal sindaco di Roma, ma la decisione definitiva spetta al Vaticano. Secondo la tradizione, le esequie del Pontefice sono celebrate tra il quarto e il sesto giorno dopo la sua scomparsa, dopo un periodo di esposizione della salma per permettere ai fedeli di rendere omaggio.
Papa Francesco aveva espresso il desiderio di funerali semplici, senza ostentazione, e ha disposto che il rito funebre fosse riformato: niente tripla bara, catafalco o pastorale papale, solo una cerimonia sobria, in linea con lo spirito evangelico che ha contraddistinto il suo pontificato. Francesco sarà sepolto, come da suo desiderio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, lontano dalle tombe papali del Vaticano.