Dopo quasi un mese di ricovero, Papa Francesco è stabile e la sua polmonite bilaterale sta migliorando, seppur lentamente. Tuttavia, la situazione resta complessa e la prognosi è riservata. Durante la sua degenza, ha partecipato alla Messa nella cappella vicina alla sua stanza e ha seguito in video gli esercizi spirituali della Curia Romana, senza però mostrarsi ai cardinali e monsignori.
L’unico segnale della sua presenza è stato un messaggio audio diffuso giorni fa. La decisione di non apparire in video ha alimentato teorie complottiste che sostengono la sua dipartita, nonostante siano già state smentite più volte. Tuttavia, questa scelta rientra in una tradizione vaticana consolidata: storicamente, i Papi non si mostrano malati.
Il precedente più noto risale al 1958, quando il medico personale di Pio XII vendette ai giornali le foto del Pontefice agonizzante. Da allora, la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis vieta di riprendere immagini del Papa malato o defunto. Lo stesso avvenne con Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, il cui Parkinson fu minimizzato dal Vaticano.
Papa Francesco, tuttavia, ha voluto che la sua malattia fosse comunicata con trasparenza, senza nascondere le difficoltà. Ha permesso la diffusione di bollettini dettagliati e un messaggio vocale in cui si percepiva la fatica di parlare. Ma è anche consapevole delle dinamiche interne alla Curia, dove alcuni già ipotizzano un futuro Conclave.
Per questo, pur informando il pubblico, evita di alimentare speculazioni con apparizioni dirette. Così facendo, sta portando avanti una riforma del papato, affrontando i suoi problemi di salute con sobrietà, senza spettacolarizzarla né occultarla, ma governandola come parte del suo ruolo.