Papà abusa della figlia di 3 anni, la piccola viene trovata morta sul pavimento (2 / 2)

La piccola che vedete in foto, con i suoi spettacolari occhi azzurri, si chiamava Kyhesha-Lee Joughin. O meglio, si chiamava, dato che il suo cuore ha cessato di battere a soli 3 anni, dopo essere stata violentata dal padre, Matthew Lee Williamson. Il terribile fatto di cronaca che ha scosso tutti gli utenti del web, imbattutisi nella notizia, è accaduto nel marzo 2013.

Ma ci sono ulteriori dettagli che si aggiungono a tutto l’orrore consumatosi nell’abitazione. Il padre-orco, vedendo la figlia riversa a terra, priva di sensi, invece di allertare immediatamente i soccorsi, come se nulla fosse successo, è uscito per recarsi in un bar vicino. L’allarme è stato lanciato dal coinquilino di Williamson, Christopher Kent che, accortosi della gravissima situazione, ha chiamato i soccorsi. Trasportata in ospedale in ambulanza, purtroppo per la piccola non c’era più nulla da fare.

I medici non hanno potuto far altro che constarne l’avvenuto decesso. Per far luce sulle cause della morte, il corpicino di  Kyhesha-Lee Joughin è stato sottoposto ad esame autoptico e quello che è emerso è davvero sconcertante. La bimba, infatti, aveva  già subito abusi sessuali e fisici in passato.  Il referto dell’autopsia è chiaro: è morta dopo aver subito abusi fisici e sessuali da parte del padre. Il racconto del conquilino del padre-assassino è davvero sconcertante.

Ha riferito agli inquirenti che, quella mattina, la piccola era riversa sul pavimento con le labbra blu, priva di sensi. Ha chiamato il padre, ignaro che fosse stato lui a ridurla così , ma l’orco si è vestito e, come se nulla fosse accaduto ( parliamo dell’omicidio della figlia) , si è recato a fare colazione al bar. Nel referto medico si legge: “Le lesioni con cui la piccola è arrivata in ospedale erano molto gravi tra cui diverse contusioni al viso, tagli all’orecchio e sul labbro e una ferita allo stomaco compatibile con un pugno o, più probabilmente, un calcio. Sul suo corpo inoltre sono state riscontrate altre ferite non completamente guarite che fanno pensare ad abusi precedenti”.

Quanto dichiarato dal coinquilino non fa altro che avvalere l’ipotesi dei medici: “Dormiva tutto il giorno e chiudeva la figlia nella camera assieme a lui, a volte facendola dormire sul pavimento. Per fare in modo che non uscisse di nascosto legava una corda alla maniglia”. In questo clima di assoluto orrore,  l’aguzzino ha compiuto le peggiori sevizie sul corpo della figlioletta, sino a quando, le immani sofferenze patite, non l’hanno portata alla morte.