“Non mi stuzzicare perché lo sai che ce l’ho con te’. Lui se n’è fregato e mi parlava in maniera agitata, mi ha rimproverato. Abbiamo litigato e gli ho sparato”. Questa la confessione di Gaetano Maranzano, il 28enne palermitano, reo confesso del delitto di Paolo Taormina, il 21enne freddato sabato notte davanti al suo pub.
Manzarano sostiene che Paolo mesi prima avrebbe scritto sui social alla fidanzata, aggiungendo: “Siccome lui era in difetto con me mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare”.
Il 28enne ha aggiunto: “Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me. In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me e diceva ‘qua non si deve fare vucciria. Mi state siddiando’. Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone”.
Gli investigatori, grazie al prezioso aiuto di alcuni testimoni e alle immagini riprese dalle telecamere dei locali della piazza, tutto sarebbe iniziato con il pestaggio di un giovane da parte di uno dei quattro amici di Maranzano che si trovavano con lui.
Alle 2.51, Taormina è uscito dal locale, dicendo: “Ragazzi basta, non vi litigate, non c’è bisogno di fare così”. Le immagini sono quelle di un ragazzo robusto, con barba nera e diverse catene d’oro al collo, che si avvicina con un gesto fulmineo alle spalle della a prima di colpirla violentemente alla nuca con una bottiglia di vetro. Il ventenne ,a quel punto, stramazza al suolo senza più rialzarsi.