Gli ultimi sviluppi della tremenda vicenda di Paolo Mendico, il ragazzo di 15 anni che giovedì scorso si è tolto la vita nella sua cameretta a Santi Cosma e Damiano, hanno visto protagonisti sia la famiglia sia la scuola frequentata dal giovane.
I genitori sono stati ascoltati dai carabinieri nell’ambito delle indagini coordinate dalla procura di Cassino, mentre l’istituto è stato oggetto di un’ispezione da parte degli ispettori inviati dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha seguito personalmente il caso dopo aver ricevuto una lettera dal fratello di Paolo.
Secondo quanto denunciato dalla famiglia, il ragazzo era bersaglio di angherie e vessazioni fin dalle scuole elementari. Battutine sulla statura, sul fisico esile e sui capelli lunghi e biondi si sarebbero susseguite negli anni, tra prese in giro, umiliazioni e commenti offensivi che lo hanno accompagnato fino al liceo. In queste ore il fratello ha riportato ulteriori dettagli sconcertanti di grande importanza per le indagini.
Il fratello ha evidenziato come ci fossero decine di chat e numerose discussioni nei gruppi scolastici, insieme a quaderni con annotazioni degli insegnanti, che documenterebbero episodi di vessazioni subite da Paolo. “Ci sono decine di chat e infinite discussioni in gruppi scolastici che dimostrano tutto, oltre a quaderni con note messe e firmate da insegnanti rispetto a chiare vessazioni“, dice il ragazzo.
Dall’altra parte, la preside dell’Istituto Tecnico Industriale “Pacinotti” di Fondi, Gina Antonetti, ha respinto le accuse di negligenza. La dirigente ha sottolineato che non sono mai pervenute denunce formali dai genitori né richieste di colloquio, e che Paolo frequentava regolarmente lo sportello di ascolto psicologico, senza che la psicologa rilevasse situazioni tali da attivare protocolli di emergenza. La preside ha aggiunto che la scuola dispone di relazioni e verbali dei consigli di classe, documentazione che sarà messa a disposizione degli ispettori.