Un’epidemia misteriosa nella regione di Panzi, nel Congo, ha causato finora 79 decessi, principalmente tra bambini sotto i 5 anni. I sintomi della grave patologia, che ricorda una comune influenza, includono febbre, mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie e anemia. Gli esperti, come il dottor Matteo Bassetti, ipotizzano che possa trattarsi di una febbre emorragica virale, anche se non ci sono certezze.
La situazione è preoccupante, ma le autorità italiane hanno invitato alla calma, assicurando che non si tratta di un’emergenza sanitaria internazionale. Secondo il professor Massimo Ciccozzi, esperto di epidemiologia, il rischio di diffusione globale è sempre presente, considerando l’alto ritmo dei viaggi internazionali.
“Ormai bisogna parlare di salute globale , smetterla di pensare al nostro orticello. In 12 ore i problemi dall’Africa o da un altro continente possono arrivare da noi. Gli spostamenti di massa sono sempre più rapidi. Del resto proprio la vicenda del coronavirus ci ha insegnato, o avrebbe dovuto insegnarci, almeno due principi: la salute globale, appunto, e il monitoraggio epidemiologico“, ha spiegato l’esperto a Repubblica.
Gianni Rezza, infettivologo ed epidemiologo, sottolinea che se questo focolaio fosse stato in Europa o Asia, l’allerta sarebbe stata molto più alta, a causa della gravità della patologia. In Africa, però, simili episodi sono già accaduti, complicati dalla debolezza della popolazione e dalla scarsa accessibilità ai servizi sanitari.
Nonostante l’incertezza, il sistema globale di monitoraggio epidemiologico, sviluppato in seguito alla pandemia di Covid-19, ha permesso una rapida attenzione internazionale alla situazione. Tuttavia, le autorità sanitarie devono ancora raccogliere più informazioni per comprendere meglio la malattia e decidere le misure adeguate. Al momento, non è dichiarato alcun allarme globale, ma le autorità stanno monitorando attentamente la situazione.