Riccardo Chiaroni, sin dal giorno della confessione, si trova nel penitenziario minorile Beccaria. Il suo avvocato ritiene che si sia trattato di un raptus mentre di parere inverso sono gli inquirenti che, invece, ritengono che il triplice delitto sia stato premeditato ma quello che è accaduto nel corso dell’ultimo interrogatorio è raggelante.
Nel corso di un nuovo interrogatorio, che si è protratto per un’ora e mezza, Riccardo ha dichiarato davanti al gip: “Ho compiuto questo gesto perché pensavo in quel momento che potesse essere la soluzione a un malessere che provavo da giorni, ma non ce l’avevo con la mia famiglia, non ci pensavo dal giorno prima, anzi pensavo anche ad altre soluzioni come andarmene di casa”.
Adducendo questa motivazione, Riccardo, secondo il suo legale Amedeo Rizza, avrebbe agito, compiendo la mattanza familiare, in preda ad un raptus sfociato improvviso, legato all’accentuarsi della sua sofferenza interiore.
Amedeo Rizza, alla luce di quello che il suo assistito, il reo confesso Riccardo Chiaroni, ha detto, ritiene che il 17enne, dal penitenziario, debba essere trasferito in una comunità, ritenendo che la cella non sia l’unica soluzione” . Proprio per questo l’avvocato difensore ha aggiunto che chiederanno “un incontro per i prossimi giorni con i nonni che non vogliono abbandonarlo”.
Se il legale sta facendo leva sul trasferimento di Chiaroni in una comunità, di parere completamente opposto sono i pm minorili, secondo i quali il reo confesso della strage di Paderno Dugnano deve rimanere tassativamente nel penitenziario. L’ultima parola spetta al giudice per i minori, Laura Margherita Pietrasanta, che dovrà accogliere o respingere la richiesta dell’avvocato difensore di Riccardo. Nelle prossime ore sapremo cosa è stato deciso sulla convalida dell’arresto e sulla misura cautelare.