Il 17enne reo confesso dell’omicidio dei genitori e del fratello a Paderno Dugnano ha descritto il suo tormento interiore come un senso di solitudine, oppressione e estraneità che lo ha spinto a compiere il tremendo gesto. Nonostante la famiglia apparisse felice sui social, il ragazzo viveva un profondo malessere che non era visibile all’esterno.
Sentendosi fuori posto e oppresso dalle aspettative dei genitori, ha covato per giorni l’intenzione di ucciderli. L’esperto sottolinea come questo “malessere” sia spesso un termine usato dai giovani per esprimere un dolore interiore difficile da definire. Il ragazzo si sentiva solo, anche in mezzo agli altri, e questo senso di alienazione è stato amplificato da eventi familiari.
“Tendiamo a giudicare le persone in base a ciò che vediamo in superficie, ma spesso le cause del loro malessere sono più profonde e complesse. Il malessere non si manifesta solo in comportamenti chiaramente problematici; è il risultato di una serie di fattori meno evidenti”, ha dichiarato lo psichiatra.
L’incapacità degli adulti di riconoscere i segnali di disagio nei giovani, anche quando apparentemente conducono una vita normale, è evidenziata come uno dei fattori chiave in questa tragedia. Si riflette sull’importanza di ascoltare i ragazzi, andare oltre le apparenze e creare spazi sicuri dove possano esprimere le loro emozioni senza paura di giudizio. L’educazione emotiva e un ascolto attento sono considerati strumenti fondamentali per prevenire situazioni estreme come questa.
“Sentiva che i genitori avevano aspettative troppo alte e lo vedevano solo per quello che faceva, non per chi era veramente. I genitori spesso agiscono in buona fede pensando di fare il meglio per i loro figli, ma non sempre si rendono conto di come i ragazzi vivono queste attenzioni. Non è sufficiente accompagnarli alle attività o fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno; è fondamentale ascoltarli e farli sentire veramente visti“, conclude l’esperto.