Il caso di Paderno Dugnano ha aperto un dibattito più ampio su temi delicati come l’alienazione giovanile, le dinamiche familiari e l’importanza del supporto psicologico. Le indagini proseguono, mentre l’intera comunità cerca di comprendere le radici di una vicenda così devastante e le istituzioni si interrogano su come prevenire simili episodi in futuro.
Attualmente detenuto presso il carcere minorile Beccaria di Milano, in queste ore il 17enne ha avanzato una richiesta. Per messo del suo legale, Riccardo C. avrebbe espresso il desiderio di intraprendere un percorso di recupero e tornare a studiare, anche per recuperare il debito in matematica.
Intanto la difesa sta lavorando alla nomina di un consulente per effettuare accertamenti psicologici e psichiatrici. L’obiettivo è ottenere una perizia psichiatrica per stabilire se il ragazzo fosse in grado di intendere e di volere al momento dell’accaduto. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha dichiarato che la scuola potrebbe giocare un ruolo importante nel reinserimento di chi ha sbagliato.
Nel frattempo, il ragazzo ha richiesto di incontrare i nonni, mentre si trova in isolamento e trascorre il tempo leggendo. Il suo legale ha spiegato che Riccardo è tranquillo e consapevole del percorso che lo attende. È previsto un tentativo di trasferimento in una comunità, in base ai risultati delle perizie.
Il giovane ha anche parlato con il cappellano del carcere, confessandosi e riflettendo sugli eventi che lo hanno portato a commettere il tremendo delitto. Riccardo ha raccontato di aver iniziato a sentirsi male già durante l’estate e di percepire un distacco crescente dagli altri. Ha riconosciuto che il suo malessere interiore, acuito dal debito scolastico in matematica, potrebbe aver influito sulle sue azioni. Sentendosi spesso incompreso e distante dagli altri, ha spiegato di voler “cancellare la sua vita precedente” per superare quel senso di disagio che provava da tempo.